L'unione inquilini afferma che la nuova service tax, la tassa sui servizi locali che dal 2014 prenderà il posto dell'Imu, con un calcolo basato su metrature e rendite catastali si abbatterà con una stangata media di 1000 euro a famiglia. Anche Sunia, Sicet e Uniat, altre sigle del settore, dicono che «è inaccettabile scaricare sugli inquilini, anche parzialmente, i costi dell'operazione Imu». E aggiungono che la misura «avrebbe un effetto moltiplicatore del costo dell'abitazione, con il risultato di aumentare in maniera esponenziale gli sfratti per morosità che lo stesso decreto tenta di arginare». Insomma, di vanificare l'altro pezzo del decreto che ha cancellato la prima rata dell'Imu: quel piano casa che stanzia fondi per aiutare chi non trova più i soldi per saldare l'affitto, a partire dalla crescente categoria dei «morosi incolpevoli», chi non paga perché ha perso il lavoro oppure è finito in cassa integrazione.
«La questione è seria dice il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio e bisogna evitare che diventi ancora più grave. Proprio per questo metteremo un tetto massimo al gettito che i Comuni potranno prendere dagli inquilini. Non più del 20% sul totale della nuova tassa, se possibile anche meno». Il resto, quindi, dovrebbe restare a carico del proprietario. L'ipotesi è già all'esame dei tecnici del ministero del Tesoro, e dovrà trovare posto all'interno della legge di Stabilità, la vecchia Finanziaria, che regolerà tutti gli aspetti della service tax e che il governo deve presentare in Parlamento entro la metà di ottobre. Ma se il lavoro è ancora lungo c'è già un altro punto fermo: «Nel rispetto dello spirito federalista della nuova imposta - dice ancora Delrio - quello sarà il tetto massimo a livello nazionale. Ma i sindaci potranno liberamente decidere di applicarne uno ancora più basso, il 15% o il 10%. Naturalmente a patto di rispettare, come sempre, i saldi complessivi». E cosa faranno i sindaci? «In attesa di capire come stanno le cose e che le copertura generali siano davvero garantite ai Comuni - dice Virginio Merola, primo cittadino di Bologna - il tetto massimo per gli inquilini mi sembra un'idea di buon senso. Sicuramente lo useremo, magari abbassando anche l'aliquota rispetto al livello standard, proprio per tutelare le categorie più deboli.
Far pagare meno gli inquilini significa far pagare di più i proprietari delle seconde case che, anche dopo l'arrivo della service tax, continueranno a versare l'Imu. Forse il vero rischio è che si moltiplichino quegli accordi sotto banco, con un pezzo della nuova service tax messo in conto, di fatto, all'inquilino. Il propietario ha sempre il coltello dalla parte del manico.